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ascolto silenzio paolo gjpgDi Paolo Golinelli

“Il silenzio è d’oro, la parola d’argento”, così recita un proverbio che ricorda alle persone l’importanza del silenzio, dell’ascoltare rispetto all’esprimersi verbalmente. La società contemporanea, schizofrenica e squilibrata, vive nel caos, nel rumore perpetuo, nel chiacchiericcio mentale che logora ed indebolisce le menti ed i corpi di ognuno, rendendoci burattini capaci solo di ripetere a pappagallo impressioni di bassa levatura, mantenendoci come schiavi in un perpetuo sonno ipnotico.

La mente, distaccata dall’identificazione spirituale e sorda alla voce dell’anima, sa esprimere solo concetti e bisogni legati agli istinti primitivi e alle basse emozioni, utilizzando sempre meno vocaboli e di bassa vibrazione. Solo in rare occasioni siamo capaci di zittire il chiacchiericcio mentale e di restare in ascolto, cioè di manifestare la volontà di ascoltare rispetto al “bisogno meccanico di parlare”. Non si tratta di reprimere la parola, di dover restare star zitti per forza, quanto piuttosto di dominare un bisogno derivante dalle nostre parti egoiche, i nostri piccoli “io anarchici”, che vorrebbero continuamente apparire, essere i protagonisti assoluti anche solo per un istante.

Quando conversiamo con qualcuno dobbiamo chiederci se davvero stiamo ascoltando ciò che ci vuole comunicare aldilà delle parole, oppure se la nostra attenzione è da tutt’altra parte.

Domandiamoci se vogliamo continuamente aver ragione, interrompendo l’interlocutore senza dare spazio a ciò che vuole realmente esprimere. L’espressione verbale ha un valore immenso, è un dono dell’Ego Sum, però deve mantenersi in armonia con l’essere e avere un input creativo, perché dà istruzioni alla materia sottile che ci circonda, comunica vibrazione ed informazione sia a livello fisico che spirituale, quindi può generare connessione o separazione, guarigione o malattia.

Per questo motivo il silenzio è prerogativa di uno spirito evoluto, poiché nel silenzio si può percepire l’essenza delle cose, la qualità della loro natura. Esso rappresenta la quiete, la pace, l’equilibrio, il potenziale ancora inespresso, la volontà di essere prima di voler fare, l’ascolto di ciò che davvero è, senza bisogno di ricamare un costrutto logico mentale... non a caso nelle scuole iniziatiche lo si insegna come via per raggiungere l’illuminazione. Il dominio avviene nel silenzio interiore, quando l’IO Sono diventa il sovrano del proprio regno: egli decide di parlare o tacere a seconda della situazione e di chi ha di fronte, valutando se l’interlocutore sia in grado di comprendere ciò che potrebbe proferire, oppure se lasciare che sia il proprio silenzio a trasmettere quella vibrazione di presenza che risulta ancora più comunicativa delle parole stesse.

Il ricordo di Sé aiuta questa pratica. Occorre suddividere l’attenzione tra il fuori e il dentro, tra il nostro mondo esteriore e il mondo interiore, tra l‘Io sono e la psicomacchina, che è solo uno strumento dello spirito che deve essere dominato in tutti i suoi aspetti per poter giungere al risveglio, alla vera libertà di Essere, senza permettere ad una accozzaglia di credo e di pensieri di guidare il timone della nostra esistenza spirituale su questo piano. È così che il silenzio diventa d’oro: quando è impregnato dello stato spirituale dell’Essere. Esso diventa potente, alchemico, capace di trasformare la realtà che ci circonda, dentro e fuori di noi.

Nel silenzio c’è l’ascolto di noi stessi, del prossimo, dell’ambiente, del micro e del macrocosmo, delle intuizioni, della voce del cuore, del noi migliore di noi; per questo chi guida la società tenta in tutti i modi di distrarci con innumerevoli input e impressioni squilibrate, capaci di intontire e sovraccaricare i nostri centri energetici (fisico, emozionale e mentale), favorendo l’instaurarsi di larve psichiche, forme pensiero che ci spingono ad esprimere sub emozioni (di bassa frequenza) capaci di prosciugarci energeticamente fino a farci ammalare. Questo si può facilmente sperimentare quando ci allontaniamo dal caos cittadino e ci concediamo del tempo in natura, passeggiando nei boschi soprattutto in montagna, dove la connessione alla fonte primigenia è più forte riuscendo a percepire con più facilità ciò che siamo.

Allenarsi al silenzio in tutti i significati che ho citato è doveroso e fortificante per lo spirito, solo così avremo più magnetismo, le nostre parole guadagneranno potere vibrazionale, armonia ed equilibrio, poiché i nostri centri saranno maggiormente allineati ed equilibrati. La parola allora proverrà dalla fiamma spirituale e ne conterrà tutte le qualità. Dobbiamo divenire sempre più consapevoli di essere spiriti immortali, espressione della Divina Intelligenza, per creare con amore e coscienza nel rispetto delle Leggi cosmiche universali.
Concludo augurando a tutti un “buon Ascolto”, aprendo la porta d’oro del silenzio.

Paolo Golinelli
Molinella, 12 giugno 2023

Allegati:

- 30-12-22 Giungere alla presenza
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2023/9773-giungere-alla-presenza.html

- 22-11-22 Presenza
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9715-presenza.html

- 1-09-22 L’attaccamento
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9575-l-attaccamento.html

- 4-07-22 Sacrificio
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9504-sacrificio.html

- 26-04-22 Se-rvire per se-ntire
https://www.thebongiovannifamily.it/cronache/cronache-dalle-arche/cronache-dalle-arche-2022/9426-se-rvire-per-se-ntire.html