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Anita: Stanno preparando il secondo video.

G: Mentre preparano il secondo video voglio far conoscere a tutti il grande lavoro che sta facendo l’Arca di Rosario. Per questo motivo voglio donare ad una sorella di qui la stella con il rubino. Lo do alla dottoressa Alicia Bargut, vieni qui Alicia. (applausi). Chiedo a Juan Alberto Rambaldo di mettere la stella ad Alicia, un essere che io amo moltissimo perché collabora strettamente con Inés e con Juan Alberto da molti anni, nel silenzio, sempre nascosta, non appare mai, ma è presente più di quanto voi possiate immaginare. La ringrazio per la sua dedizione, la sua intelligenza e la sua disponibilità. Grazie, Alicia.

Anita: Adesso si che abbiamo il regalo di Campana che è un video. Vediamolo.

G: Chi ha fatto questo video? Mi dite il nome? Paola? Paola, vieni qui: grazie a te e grazie a chi si è servito del tuo essere per realizzarlo. Grazie all’angelo che ti ha fatto fare questo e che ti ha scelto come strumento suo. (applausi).

Anita: Adesso, l’Arca di Rosario vuole farti un regalo molto modesto, umile, l’Arca di Lily Mariposa (Farfalla), vogliamo che ti porti un piccolo ricordo nostro. Appunto perché si chiama Arca di Lily Mariposa ti facciamo questo piccolo dono, un portachiavi in argento, che porta inciso il nostro nome e una farfalla in oro, simbolo della nostra Arca. C’è anche uno per Sonia e un altro per Mara, per ringraziarla di essere venuta fin qui e di avere condiviso questi momenti con noi: questa è l’Arca di Rosario, l’Arca di Lily Mariposa per voi.

G: Grazie Rosario. Le emozioni di oggi sono forti, ma sono anche la benzina che ci darà forza quando ritorniamo ognuno di noi nelle proprie case, che vi farà andare avanti e lavorare per il Cristo e la Madonna. Oggi qui è presente Cristo e insieme a Lui alcuni dei suoi angeli. Uno di loro in particolare è l’angelo custode dell’Arca di Rosario che porta il suo nome, nome che io ho dato in sua memoria. Lei ha cura di tutti i miei fratelli dell’Argentina, ma in particolare di quelli di questo posto. Sto parlando di Liliana, Liliana Rambaldo, la mamma di tre figli meravigliosi che sono qui presenti, la sposa di un uomo meraviglioso che è Juan Alberto Rambaldo. Io ti ringrazio Liliana per la tua presenza, per la tua essenza e il tuo essere sublime. Grazie. (applausi).
Insieme a Liliana ci sono altri fratelli che ci hanno lasciato in questi anni, perdonatemi, mi sento tanto emozionato e vi chiedo perdono, specialmente ai familiari, se non nomino tutti. Il mio ricordo a Pedro Romaniuk, Ricardo, Erika, Cristian, Carmen Recalde, a tutti gli altri che in questo momento posso dimenticare e soprattutto ad uno che li rappresenta tutti, che è sempre con me nonostante in tanti non lo sappiano, è Lui, il Consolatore Promesso, la voce della Verità, mio padre, Eugenio Siragusa (fortissimi applausi, per lunghi minuti, tutti in piedi piangendo emozionati).

Anita: Adesso chiedo a Inés che ci dica qualcosa.

Inés: Giorgio ci ha detto questa mattina di conservare qualche lacrima per il pomeriggio e ubbidientemente sono venuta con il fazzoletto, come potete vedere. Caro Giorgio, ti abbiamo fatto un piccolo regalo, molto umile, della nostra Arca, dell’Arca Lily Mariposa che è un nome che sentiamo profondamente ma che la verità non nominiamo spesso. Forse perché ancora è molto doloroso per alcuni di noi, almeno per me, o forse perché non è necessario, perché lei è sempre presente tra tutti noi.
Io voglio dire qualcosa a tutti, a tutti i fratelli del mondo: l’Arca di Rosario pensa permanentemente a voi. Vi amiamo molto e ci sentiamo uniti a tutti voi. Tutte le settimane ci riuniamo per recitare il Santo Rosario e preghiamo per l’Opera di Giorgio, per tutte le Arche del mondo e anche per tutti voi, per coloro che non conosciamo o che non sappiamo neppure della loro esistenza, ma che lavorano per lui. Tutte le persone che siamo qui, quelli che ci stanno vedendo e ascoltando attraverso internet e che si trovano a lavorare in qualunque parte del mondo per l’Opera di Cristo e di Giorgio sono presenti nelle nostre preghiere. Voglio dirvi anche che l’Arca di Rosario è aperta per accogliervi e che potete venire a trovarci quando lo desiderate. Non dimenticherò mai la gioia di Andrés il giorno che Jorge Abrudsky ci fece una visita a sorpresa e suonò per la prima volta il campanello. Credo che sia stata la prima persona che è venuta a trovarci poco dopo esserci sistemati. In seguito abbiamo ricevuto altre sorprese gradevoli, come quella di Juan Antonio un lunedì mattina, la generosa visita di Santiago Lanús che voglio ringraziare in particolare perché ha lasciato i suoi impegni a Buenos Aires per venire fino a Rosario e partecipare, come invitato, al nostro programma radio. Grazie, Santiago, per la tua visita e per quella preziosa immagine della Madonna di Garabandal che ci hai portato dalla Spagna e che oggi è qui, insieme a Giorgio, in questa riunione. Sono venuti tante altre persone a farci visita, sarebbe troppo lungo nominarle tutte. Questa è la vostra casa, che non è nostra, ma del Padre, della Madre, di Cristo, di Giorgio, noi ci siamo solo assunti la responsabilità di averne cura. Adesso, con il permesso di Giorgio, voglio chiedere la sua autorizzazione per un rituale che ripetiamo ormai da moltissimi anni. Voglio chiedergli di benedire queste candele che i giovani dell’Arca hanno confezionato con tanto amore e che verranno distribuite tra i presenti. Noi lo facciamo per ringraziare la Madonna per tutto quello che ci ha dato e che ci da e vogliamo che voi partecipiate a questo ringraziamento. Siamo alle porte di un nuovo Natale e oltre a ringraziare la Madre dobbiamo chiederLe di darci la forza necessaria per andare avanti. Raúl, come sempre, ci sono delle candele per tutte le mense e credo che basteranno anche per darle a Mara e Sonia da portare in Italia, e certamente anche in Cile, Paraguay e Uruguay. Una volta benedette saranno distribuite. Grazie a tutti della vostra presenza, grazie Giorgio per averci dato la possibilità di offrirti questo giorno della nostra vita che sarà ricordato come il più grande per noi. Grazie per avere benedetto le candele, espressione del nostro amore. Vi amiamo molto e speriamo che il Cielo ci permetta di rivederci presto. È tutto. (applausi).

G: Grazie a te, cara. Mi permetto di fare altri ringraziamenti. Juan Alberto ha nominato i fratelli dell’Argentina che ci rappresentano. Ma ci sono anche i fratelli de La Plata, mi riferisco a Fabián e ai giovani di La Plata (applausi). Dalla città di Campana, Agustín e Paola. Il mio fratello Joel Heredia di Neuquén. Jorge Pracilio di La Pampa, Gerardo Silvi di Santa Fe. Cañada di Gómez, ciao Juan Antonio  che sei qui davanti, Las Rosas, San Genaro, Cristina di Paraná, Entre Ríos. (applausi). Voglio ringraziare anche della sua presenza un caro amico che mi accompagnerà in Italia, Eduardo Tilcara, grazie (applausi). E grazie anche a tutti i fratelli che non nomino ma che sono qui, vedo Jorge Abrudsky, Edgardo, Raúl Blazquez e tutti gli altri. È molto importante la vostra presenza qui oggi, è molto importante che siamo insieme, che siamo riuniti. Noi tre, che siamo seduti a questo tavolo, rappresentiamo tutti voi. Ma siamo soltanto strumenti di un corpo mistico. Le nostre famiglie sono parte delle nostre vite, ma le persone che siamo qui seduti, Juan Alberto, Raúl e vostro fratello Giorgio, siamo tre persone completamente dedite all’Opera, sposati, sempre disponibili e servi di un solo essere che è Cristo. Siamo tre persone sole, anche se potessi sembrarvi senza senso. La mia famiglia mi adora, la famiglia di Juan Alberto lo adora, la famiglia di Raúl anche, tutti i loro figli, la sua attuale compagna Gabriela lo adora. Ma in realtà siamo persone sole, che in qualsiasi momento Cristo può chiamare e chiedergli persino la vita. E allo stesso tempo apparteniamo a tutti. Oggi, in uno dei video che abbiamo visto, ho visto molti visi conosciuti, alcuni di loro hanno lasciato l’Opera e altri sono qui oggi, altri ancora non hanno potuto essere venire. E io sento che questa è la mia famiglia. Cristo ha detto: tutti coloro che fanno la volontà del Padre sono mia madre, i miei fratelli, la mia sposa, i miei figli. Dobbiamo avvicinarci sempre di più tra di noi, dobbiamo avvicinarci sempre di più a Cristo, gioire in Lui nonostante le nostre debolezze e i nostri peccati. Non siamo perfetti, solo Lui è perfetto. Un messaggero di Dio, un portavoce, un braccio destro o un apostolo, quando sceglie di servire l’Opera di Cristo sa che niente ne nessuno gli appartiene, perché tutto appartiene al Maestro GesùCristo, perché un giorno, forse presto, potrebbe essere anche domani, Cristo ritornerà e si manifesterà in tutto il mondo. E quando succederà Lui prenderà ognuno di noi dovunque ci troviamo. Tutti coloro che compongono il Suo corpo mistico diverranno semplicemente fratelli, niente gloria ne onori, ne premi. Cristo è l’unico padrone di tutto, il regalo che ci fa è permetterci di essere Suoi messaggeri, messaggeri di Dio. Nessuno può farci un regalo più grande, nemmeno Lui, perché ce lo ha già fatto con la Sua chiamata. Tutto è Suo e quando ritornerà ne avrete la prova. Sue sono le anime, gli spiriti della terra e tutto ció che in essa è stato costruito. Lui può, se lo vuole, dispensare un dono, fare un regalo, concedere una grazia a chiunque di noi e certamente lo accetteremo. Ma non ha alcun compromesso con nessuno di noi, perché il semplice fatto che ci abbia chiamato, che mi abbia detto: Giorgio, vuoi essere uno dei miei messaggeri prima del Mio ritorno? Vuoi annunciare il Mio ritorno? Questo è il premio più grande, non possiamo chiedere altro. Solo gli errori umani non gli appartengono. Gli errori sono nostri. Gli errori di Giorgio Bongiovanni non appartengono a Cristo. Le virtù, i miracoli, gli obiettivi raggiunti di Giorgio, tutto è merito di Cristo che lo incoraggia, che gli da l’opportunità. Così, con questo valore, con un certo sentimento di timore, con il mio amore universale, vado avanti. Ho timore quando penso: Cristo mio, se io sbaglio ti comprometto a te. Ma dopo penso: no, la Tua Opera è così grande che può superare tutte le barriere umane e io sono semplicemente una parte del Tuo corpo. E non perdo l’amore universale perché so il significato della chiamata, la chiamata di Cristo. Ognuno di voi che si sente chiamato a servire quest’Opera, attraverso Del Cielo a la Tierra, di Funima, attraverso la lotta alla mafia, o insieme ad altre organizzazioni come Greenpeace, Madre Teresa di Calcutta, se voi vi sentite di voler far parte, o vi sentite chiamati da Cristo, come devoti della Vergine di Fatima o di Garabandal, deve farlo con questo sentimento che vi ho appena detto: niente vi appartiene, qualunque cosa riusciamo a fare, tutte le anime che riusciamo a risvegliare, appartiene a Cristo. A volte Satana, il tentatore, entra nella mia mente e mi dice: tutti i fratelli sono tuoi, tu devi comandare loro, manipolarli, sottometterli alla tua volontà. E io rispondo: no, tutti i miei fratelli sono di Cristo, fratello maledetto Satana. Perché Satana è un fratello maledetto, ma fratello alla fine. Io gli rispondo, non lo ignoro, al contrario, mi interessa molto che lui mi visiti, che mi proponga delle cose. Io lo ascolto quando mi dice: ti do questo se tu mi dai quest’altro. Lui vuole negoziare con me, ma io non lo faccio, perché con lui non si può trattare. Non bisogna accettare mai un’offerta da lui, perché ci mente, entra nella nostra mente e ci fa credere quello che non è vero. Satana ci mente, ci fa credere che quello che ci circonda, che è attorno a noi, di materiale come una casa, o qualcosa spirituale, come l’amore della nostra compagna, di un figlio, di un fratello, ci appartiene. Lui ci convince che è nostro. Ma in realtà non è così, tutto il mondo crede che sia così, invece non è vero. Noi dobbiamo comprendere, realizzare interiormente, che non possediamo niente, nemmeno noi stessi. Tutto appartiene a Cristo, o a Suo Padre. Non appartiene nemmeno a Sua Madre, perché la Madre Santissima ci chiede: fate la volontà di Mio Figlio. Io sono qui, appaio in tutto il mondo affinché voi abbiate la possibilità di avvicinarvi ai piedi, di inginocchiarvi ai piedi di Mio Figlio. Affinchè possiate risvegliarvi ed essere angeli di Mio Figlio. La Madre Santissima non vuole niente per se, niente. Vuole solo un poco di amore così che il Suo Sacro Cuore Immacolato non pianga più. Lei vuole che tutti andiamo da Suo Figlio, vuole condividerLo con noi. Infatti non ebbe la fortuna di gioire della Sua presenza quando era incarnato. Lei Lo ascoltava sempre da lontano. Solo sotto la croce lo ebbe vicino a Lei, perché fu una delle poche persone che bagnò con la Sua luce e le Sue lacrime i piedi di Gesù Crocifisso, di quell’Essere così stupendo, nostro Cristo. Vi chiedo quindi di risvegliare anime, realizzate questo miracolo, ottenete questo tesoro che è risvegliare un’anima, ma ricordati sempre che non è un vostro tesoro. Io voglio diminuire giorno dopo giorno per cedere il passo al nostro Signore, affinchè Lui si manifesti, che vi parli a tutti voi, a tutto il mondo, che riconquisti il mondo che adesso è totalmente nelle mani del Demonio. Perché Lui è un Re, il nostro Re, noi siamo soltanto i suoi soldati, i suoi sudditi. Adesso più che mai deve entrare dentro di noi questo concetto: niente ci appartiene. Siamo di Cristo e ci troviamo da soli dinnanzi alla Sua presenza. In quel momento saremo soli Lui e noi. Se poi Lui, nella Sua infinita misericordia ci vuole regalare una famiglia, una sposa, dei figli, fratelli o genitori, è soltanto la Sua bontà, la Sua generosità. La chiave per vivere in Lui è appartenergli e compromettersi solo con Lui. Lui lo sa e se ha bisogno di noi ci chiama e ci prende come Suoi soldati. So che è difficile capire questo concetto, ma siamo nel cammino per realizzarlo. Non lo dico con arroganza, quanto vi ho appena detto mi permette di andare avanti. Questo concetto, questa forma di vivere Cristo mi anima, mi permette di dire oggi sono qui, domani non so dove sarò. Questo dico alla mia famiglia. Voi sapete, avete visto quanto amo la mia grande famiglia, la mia famiglia spirituale e anche quella umana. Ma loro sanno che domani non so dove sarò, so soltanto che sarò dove Cristo vorrà che io sia. Nell’inferno, se Cristo vuole che vada all’inferno ci andrò e mi dedicherò a trasformare l’inferno in un paradiso. Sono sicuro che i demoni, non tutti, ma alcuni si convertiranno mentre sono in mezzo alle fiamme, soffrendo per i miei peccati, scontando il mio castigo. Se Cristo mi  manda all’inferno vuole dire che lo merito. Ma anche lì diffonderò il Suo messaggio, parlerei di Lui con la stessa coscienza con cui lo faccio adesso. Forse per questo sono sereno, mi sento tranquillo, non ho paura di niente ne di nessuno, perché sento Cristo dentro di me. Sono sulla Terra, ma mi sento nell’inferno. La Terra oggi assomiglia all’inferno. Ma Cristo mi ha fatto un regalo che non merito: mi ha dato tutti voi che siete oggi qui, voi siete il regalo. E mi ha dato tutti i fratelli che ho avuto la fortuna di conoscere, tanto in Italia, in Latinoamerica, in Spagna e in tutto il mondo. E quello che vedo mi conferma questo sentimento. Per questo vi ringrazio tanto a tutti. Juan Alberto, ti passo la parola. Non ho finito ancora, ma voglio respirare un po’. Non mi è facile contenere tanta emozione.

J.A. Preferisco che tu continui a parlare, io sto ancora peggio. Ogni volta che Giorgio ci parla esprime il suo magistero. Ogni volta che parla si mostra a noi così come lui è, e allo stesso tempo ci fa capire come siamo noi. Quello che ci si aspetta da noi, cosa dobbiamo fare, qual’è il nostro posto, cosa dobbiamo evitare. Qualche giorno fa stavo rivedendo gli incontri, le conferenze, l’incontro a Rosario, a Buenos Aires, in Uruguay, e dicevo a me stesso: come posso non ricordarmi di questo? O come mi è sfuggita questa cosa? Com’è possibile che in quel momento pensavo di capire tutto, di comprendere tutto? Ma quello che credevo di comprendere era così immenso che anche se cerchiamo di custodirlo dentro, sembra che ci sfugge, come se non lo avessimo mai ascoltato. Ma è lì, la sua parola c’è, è presente, come lo è l’enorme responsabilità di ognuno di noi nei tempi a venire. Lui é presente nelle nostre debolezze e nelle nostre virtù, ci aiuta ad assimilare in pieno il ruolo che dovremmo giocare. Io chiedo al Padre, tutti i giorni, che mi dia la forza sufficiente per essere all’altezza di quello che il Cielo si aspetta da me. Oggi Giorgio è qui, ascoltandoci, scuotendoci, entrando dentro di noi con il suo amore, la sua comprensione. Abbiamo davanti a noi un cammino che è scivoloso, che possiamo percorrere soltanto con coscienza, con un profondo senso dell’amore e con questo concetto così sublime della nostra appartenenza a Cristo. Grazie, Giorgio. (applausi).

Raúl: La verità è che non ho molto da dire, credo che tutto sia stato detto. Ma voglio aggiungere qualcosa che sento, qualcosa di mio, interiore e che sento da un po’ di tempo.
Da un po’ di tempo mi sento molto triste e non dovrebbe essere così, dovrebbe essere al contrario, dovrei sentirmi contento, gioioso, per quello che sta per accadere, per la venuta di Cristo, per il Suo ritorno. Dovrei essere felice per quello che facciamo, per quello per cui lottiamo, ma la verità è che non è così, la verità è che da un po’ di tempo mi sento molto triste per l’umanità, perché vedo dove sta andando. Seimila o settemila milioni di anime su questo pianeta che vanno direttamente verso l’autodistruzione. Seimila o settemila milioni di anime che non capiscono cosa li viene detto o che nemmeno ti ascoltano, o ti ascoltano per un minuto e dopo continuano la loro vita quotidiana, come se niente fosse. Questo mi fa sentire molto male, perché quando una persona ama gli altri, soffre anche per gli altri. Vedo anche che purtroppo l’umanità non ha via di ritorno, che il cambio non è solo necessario ma imminente. Stare con voi oggi, riuniti in questa sala, queste sette/otto ore, mi sembra di essere nell’infinito, circondato da esseri di luce, da angeli, perché mentre parliamo li sentiamo, sentiamo la loro vibrazione, sentiamo il loro amore. Ma quando vado in strada e vedo il viso della gente, vedo il viso dei bambini, purtroppo mi crolla tutto e mi sento di nuovo triste. Ma c’è una legge che deve compiersi, Cristo deve far compiere la legge. Il padre ha stabilito la legge di causa ed effetto, la legge che regge il Karma e questa è l’unica cosa che mi aiuta a continuare a lottare, perché ognuno di noi porta sulle spalle quello che merita, quello che ha causato prima. Penso che anche le persone peggiori abbiano la possibilità di crescere, ma, sono sincero, è forte il sentimento che provo. Dio voglia che tutto questo cambi presto e che viviamo in un mondo di pace, di amore, dove realmente tutti possiamo guardarci in viso e abbracciarci con amore, ma amore vero, non abbracciarci esteriormente, mentre interiormente sentiamo ira, risentimenti, o cose ancora peggiori. Purtroppo questa società ci ha portato a questo. Ci ha maltrattato durante tanto tempo che abbiamo perso la fiducia nelle persone, nei governi, nella giustizia. Abbiamo perso forza per quello che vediamo giorno per giorno, ma dobbiamo sforzarci, mantenerci integri, per non perdere mai i valori spirituali che Cristo ci ha insegnato. Dobbiamo continuare a lottare sempre, pur nelle difficoltà. Questo è il sentimento che desideravo condividere con voi e che vivo giorno per giorno. Ogni giorno vedo ancora più bambini che hanno bisogno di aiuto. Significa che non siamo sul cammino giusto. Tutti dicono che la natura si sta ribellando contro l’uomo, lo vediamo giorno dopo giorno, ci fa capire che le cose non funzionano. Nient’altro, volevo dirvi solo questo (applausi).

G: Abbiamo internet, vero? Riallacciandomi a quanto diceva Raúl Bagatello, voglio farvi vedere quello che sta succedendo nel mondo. Vedrete delle immagini simboliche, ma reali allo stesso tempo, molto reali. Voglio insistere anche sul fatto che noi, tutti noi, viviamo dentro questo sistema. Adesso chiedo a Gonzalo e a Daniel, dell’Arca di Rosario, di preparare il video e nel frattempo facciamo una piccola pausa, solo qualche minuto. Abbiamo i microfoni? Ok, qualche minuto e Gonzalo ci spiegherà il lavoro che abbiamo fatto. Ci prendiamo un caffè, prendiamo qualche dolce. Grazie.